Ugo Matania


(Napoli 1888-1979)

Iniziò da giovanissimo la sua formazione artistica in famiglia, con lo zio Eduardo Matania (1847-1929) e a fianco al cugino Fortunino Matania, ma frequentò anche l’Istituto di Belle Arti di Napoli (1905-1911) ove seguì gli insegnamenti di Vincenzo Volpe come allievo del ‘corso speciale di pittura di figura’. Prima ancora del termine dei suoi studi, nel 1909 ebbe modo di esporre insieme a Fortunino una sua opera, To be or not to be, all’Autumn Exhibition of Modern Art della Walker Art Gallery di Liverpool (Inghilterra), la stessa opera che avrebbe poi nel 1913 presentato (fuori concorso) a Napoli alla II Esposizione giovanile di Belle Arti. Esordì dunque come pittore di figura, appunto, dal tono naturalistico per quanto soggettivo e sentimentale, ma trovò presto anche nel settore dell’illustrazione pittorica per riviste e giornali, oltre che occasione concreta di lavoro, l’opportunità di esprimersi nelle sue doti di interprete vivace del mondo contemporaneo. Come per la pittura, anche nell’illustrazione esordì con precisi incarichi professionali su suolo inglese dove si trasferì dal 1913 al 1924.

Prima di allora, infatti, le sue esperienze nel campo illustrativo si erano limitate a collaborazioni sporadiche per edizioni musicali. A Londra, più precisamente, si affiancò a Fortunino nella collaborazione a «The Sphere» (dal 1914 al ’24) ma fornì suoi disegni anche a riviste come «The Strand Magazine», «Windsor Magazine», «London Magazine». Contemporaneamente proseguiva una fertile produzione pittorica – ancora analiticamente da indagare – con la quale, in ritratti, scorci di interni e paesaggi si libera dalle inevitabili limitazioni della committenza editoriale col dare libero sfogo ad un tratto pittorico essenziale, esaltato da luci solari a brevi pennellate dai toni a volte post-impressionistici. Nel 1924 fa ritorno definitivamente a Napoli e assume l’incarico di illustrare copertine, doppie pagine centrali e fornire disegni per racconti a puntate da pubblicare nella nuova serie del settimanale «Il Mattino Illustrato». Per questa rivista lavorerà fino al 1943 disegnando anche per le altre testate dell’aziena (la S.E.M.) e cioè, «Il Mattino», «Modella», «Modellina». Dal 1948 e fino al ’54 è a Milano a illustrare varie pubblicazioni del «Corriere della Sera» ( tra cui «La Domenica del Corriere» dal ’48 al ’51 e poi «Il Corrierino dei Piccoli», «Il Romanzo per tutti», «Il Corriere d’Informazione»), ma i suoi disegni compaiono contemporaneamente anche su «L’Illustrazione del Popolo» di Torino, «Il Roma della Domenica», «Il Secolo XX» e «La Gazzetta del Popolo».

Si distinse, dunque, per tutti gli anni Trenta per l’efficacia della copertina illustrata di richiamo dai soggetti d’attualità caratterizzandola con un impianto fortemente pittorico, ma non si sottrasse anche a qualche prova di grafica pubblicitaria informata a decorativismi stilizzati di gusto Decò. Negli anni Quaranta e Cinquanta continuò la sua attività di illustratore per le citate testate del nord ma principalmente, in qualità di giornalista redattore, per quelle napoletane, tra cui «La Voce di Napoli». Giornalista professionista sin dal 1928, avrebbe in tale qualità esposto alle mostre dei “giornalisti pittori” a Napoli, nel 1958 a Palazzo Reale con tre opere (Mareggiata, Barche e Bagni di Seiano ) per le quali fu premiato, e nel 1965 al Circolo della Stampa con sei opere (Bassorilievo in legno, Campanile di S.Chiara, Cortile di S.Chiara, Venezia, Birillo e Collina dei Camaldoli, queste ultime tutte olio su tela). Tra le altre sue esperienze espositive come pittore si ricordano: la partecipazione a diverse mostre della Promotrice e del Circolo Artistico di Napoli ( tra cui la Mostra d’Arte Epifania 1948 con un acquerello: Meditazione ), nonché alla II Mostra d’Arte al ‘Pro Cultura Fascista’ (Napoli, 1931) con alcuni paesaggi, una personale mostra di acquerelli alla Sala Romanella (Napoli, 1947) e la partecipazione con un olio, Porto, alla II Mostra delle Arti Figurative degli ‘Artisti napoletani associati’ (maggio-giugno 1948) alla Galleria Forti di Napoli.

Gaia Salvatori


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